Micromaggi
La vergogna del metallo,
prigioniera nel nobile albero,
ruvido nell'aspetto,
sottende travi di perfezione.
Ritrovo la materia fredda,
nasce e muore umile.
Sapienti mani fanno sorgere in essa
dinamica cromia di elementi
con ponderata casualità geometrica.
Forze non percepite,
tendono e spingono aguzzi frammenti.
L'artefice ha calcolato i pesi ed i volumi,
poi, impietositosi della materia povera,
l'ha liberata.
Ora oscilla leggiadra,riconoscente e perfetta.
Erano travi, poi tondini e fili.
Erano lastre, lamiere, stampi e fridi.
Ora sono strumenti servili
di colui che li ha scoperti.
La loro apparente inutilità li ha resi eterni.
Accende l'estro un ritaglio angolare.
Si fondono materia e perizia.
Prende forma l'idea,
si evolve in strutture slanciate
sfidando leggi fisiche.
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